LA DISCARICA DI SARDAGNA
Una delegazione di Progetto Trentino ha incontrato, giovedì sera 5 maggio, il Comitato di Sardagna per la salvaguardia del Territorio e dell'Ambiente, una serata informativa per capire le istanze, gli interrogativi, le preoccupazioni degli abitanti in merito a quello che sta succedendo.
Quando nasce un comitato di cittadini, la politica e l'amministrazione hanno fallito nel loro ruolo di rappresentanti eletti.
Perché? Perché invece di dare risposte serie e convincenti riescono con il loro comportamento a confondere ed allarmare ancor più le persone che vivono quotidianamente quel territorio, che difendono la loro appartenenza, le loro radici storiche e culturali e questo non è accettabile.
Non è più accettabile che si rimpallino competenze e responsabilità, con giochetti di scaricabarile, accentuando lo sconcerto di chi si preoccupa del futuro di questa terra.
Eppure comune e provincia sembrano ignorare, quasi come se ci fossero chissà quali interessi superiori, le pressanti richieste di chiarezza e di salvaguardia degli abitanti.
Indagini, processi,inchieste giornalistiche, periti, consulenti, finte promesse, chiusure, annunciate riaperture, movimenti franosi, un teatrino della politica ancora una volta incapace di affrontare i problemi e risolverli.
Forse e concedetemi l'ironia, il reiterato rilancio del turismo del Bondone passa attraverso la riapertura di una discarica?
Come troppo spesso sta accadendo in Trentino, con la sua tanto sbandierata Autonomia speciale, ci si comporta in modo sbagliato e non ci si mostra amministratori di valore e attenti.
Per anni l'amministrazione comunale ha insistito per raggiungere l'obbiettivo di riciclare tutto, evitando la costruzione dell'inceneritore, ebbene è ora che si pensi a come riciclare gli inerti chiudendo definitivamente la discarica di Sardagna e laddove possibile bonificarne il sito, evitando che si creino sospetti di una riapertura della stessa per conferire i terreni inquinati di Trento nord (ex Sloi ed ex Carbochimica).
Sarebbe preoccupante, che per riqualificare delle aree ...magari poi diventate edificabili..., si sacrifichi il territorio di una Comunità considerandolo il male minore.
La mobilitazione della cittadinanza anche attraverso l'uso dello strumento referendario metterà di fronte Sindaco e giunta alle loro responsabilità, ma sarà sufficiente? Da anni nelle scuole si parla di ecologia di educazione all'ambiente, educhiamo i nostri figli e i nostri nipoti al rispetto del territorio e poi?
Predicare bene e razzolare male, bello sport, molto educativo per le future generazioni, poi parliamo di disaffezione alla politica!
Ancora una volta ci troviamo ad affrontare problemi di fronte ai quali la politica ti fa sentire impotente, un plauso comunque all'impegno del Comitato di Sardagna ed ai suoi animatori ci sono ancora persone che non si rassegnano al declino di questo Trentino e Noi con loro.
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