Testo della lettera inviata all'Adige (NON PUBBLICATA)
per rettifica dell'articolo del 24.04.2016 (qui di seguito)
Discarica
di Sardagna, c’è chi fa disinformazione
Gentile direttore,
a nome del Comitato di Sardagna
per la Salvaguardia e la Tutela della Salute Pubblica e del Territorio la
ringrazio per aver dato spazio alla nostra iniziativa con l’articolo
“referendum per la discarica” a firma di Lorenzo Basso apparso domenica 24
aprile nella sezione “Grande Trento”. L’articolo però contiene alcune
imprecisioni, di cui una abbastanza grave: nel testo si legge infatti che “la
discarica si muove di 9 millimetri l’anno”.
E’ davvero un peccato, gentile
direttore, che gran parte del nostro impegno profuso nell’organizzazione della
serata e nella presentazione dei dati degli inclinometri (che le alleghiamo in
copia e che è disponibile e scaricabile dal nostro sito comitatosardagna.blogspot.it)
sia stata vanificata dalla disinformazione operata da Maurice Vuillermin,
geologo, che è stato presentato come funzionario del Comune ma poi si è
scoperto che è un libero professionista e in passato addirittura dipendente
della Sativa, operatore della discarica.
A fronte infatti dei dati dai noi
presentati - sulla base delle fonti ufficiali fornite dal Servizio Geologico
della Provincia Autonoma di Trento - che riportavano movimenti medi annui nell’ordine
di 2-3 millimetri (valori in superficie, mentre scendendo in profondità gli
spostamenti sono addirittura inferiori), il sig. Vuillermin a voce e senza
presentare alcuna fonte ufficiale ha riferito ai presenti all’assemblea molto
partecipata, che una volta (ma solo una volta in occasione di una stagione
molto piovosa di un anno che nemmeno lui ricorda) nei rilievi si è era arrivati anche a 9 millimetri.
Lo stesso sig. Vuillermin si è
poi lasciato andare a considerazioni grottesche quali “ma se casa vostra si
muovesse di 2 millimetri non vi preoccupereste?” fino a giungere persino alla
preveggenza affermando “che in futuro la situazione potrebbe peggiorare dando
vita a frane e smottamenti”. Infine ha affermato che l’eventuale frana si può
arginare solo con ulteriori conferimenti che farebbero da contrappeso.
Lascio giudicare ai suoi lettori
- e soprattutto alle persone presenti alla nostra assemblea e a tutti i
residenti di Sardagna – quali siano i dati ufficiali sugli inclinometri
presenti all’interno della discarica Sativa, ma in questa occasione mi preme
ricordare solo due elementi: l’area non risulta tra le frane monitorate dalla
Protezione Civile (basta consultare il loro sito web) e mi auguro che sulla
discarica – vero scempio ambientale sulle pendici del Bondone, la montagna di
Trento – non si continuino a fare errori su errori, come succede ormai da molti
decenni. Errare humanum est, perseverare diabolicum!
Comitato di Sardagna per la
Salvaguardia e la Tutela della Salute Pubblica e del Territorio
Trento, 25 aprile 2016
L'Adige 24 aprile 2016
L'Adige 22 aprile 2016
L'Adigetto 20 aprile 2016
Il punto della situazione sulla discarica di Sardagna
Convocata una serata informativa per venerdì 22 aprile presso l'oratorio parrocchiale
Il Comitato di Sardagna per la Salvaguardia e la Tutela della Salute Pubblica e del Territorio organizza il 22 aprile alle ore 20 presso la Sala dell’Oratorio Parrocchiale di Sardagna una serata informativa sullo spinoso argomento della discarica SATIVA.
Nel corso della serata saranno illustrate le azioni condotte dal Comitato nel corso del suo primo anno di attività (la sua fondazione risale infatti a gennaio 2015), oltre ad una interessante presentazione sui dati degli inclinometri presenti all’interno della discarica, dati forniti dal Servizio Geologico della Provincia Autonoma di Trento.
«È ora che si dia un taglio a questa vicenda relativa alla ipotetica frana nella zona della discarica – sottolinea Gabriele Gattozzi, presidente del Comitato – frana che, oltre ad allarmare la popolazione di Sardagna, serve solo a giustificare la ripresa dei conferimenti di rifiuti nel sito.
«Della frana infatti non vi è traccia nel sito della Protezione Civile e inoltre anche se si trattasse di frana, non si è mai assistito che per fermarla si faccia ricorso ad un muro di rifiuti.»
Il Comitato - che può contare sull’adesione di circa 300 sostenitori nella piccola frazione che conta poco più di 1.000 abitanti - nel corso dell’ultimo anno ha portato le sue istanze e manifestato le sue perplessità in materia nei confronti dei vari livelli della pubblica amministrazione, dalla Circoscrizione al Comune di Trento, dalla Provincia Autonoma agli Uffici Tecnici competenti.
«Una delle principali preoccupazioni dei residenti del piccolo sobborgo – aggiunge Gabriele Gattozzi – è che nella discarica, già sovraccarica, vengano destinati i rifiuti derivanti dalla bonifica dell’ex complesso industriale di Trento Nord, ex Sloi ed ex Carbochimica.
«Sardagna, con la passata attività di cava e il seguente utilizzo di discarica (sito che è stato anche oggetto di interesse della magistratura per conferimento di rifiuti non autorizzati e pericolosi), ha già pagato un tributo ambientale enorme. Sardagna ha già dato!»
Il Comitato di Sardagna per la Salvaguardia e la Tutela della Salute Pubblica e del Territorio organizza il 22 aprile alle ore 20 presso la Sala dell’Oratorio Parrocchiale di Sardagna una serata informativa sullo spinoso argomento della discarica SATIVA.
Nel corso della serata saranno illustrate le azioni condotte dal Comitato nel corso del suo primo anno di attività (la sua fondazione risale infatti a gennaio 2015), oltre ad una interessante presentazione sui dati degli inclinometri presenti all’interno della discarica, dati forniti dal Servizio Geologico della Provincia Autonoma di Trento.
«È ora che si dia un taglio a questa vicenda relativa alla ipotetica frana nella zona della discarica – sottolinea Gabriele Gattozzi, presidente del Comitato – frana che, oltre ad allarmare la popolazione di Sardagna, serve solo a giustificare la ripresa dei conferimenti di rifiuti nel sito.
«Della frana infatti non vi è traccia nel sito della Protezione Civile e inoltre anche se si trattasse di frana, non si è mai assistito che per fermarla si faccia ricorso ad un muro di rifiuti.»
Il Comitato - che può contare sull’adesione di circa 300 sostenitori nella piccola frazione che conta poco più di 1.000 abitanti - nel corso dell’ultimo anno ha portato le sue istanze e manifestato le sue perplessità in materia nei confronti dei vari livelli della pubblica amministrazione, dalla Circoscrizione al Comune di Trento, dalla Provincia Autonoma agli Uffici Tecnici competenti.
«Una delle principali preoccupazioni dei residenti del piccolo sobborgo – aggiunge Gabriele Gattozzi – è che nella discarica, già sovraccarica, vengano destinati i rifiuti derivanti dalla bonifica dell’ex complesso industriale di Trento Nord, ex Sloi ed ex Carbochimica.
«Sardagna, con la passata attività di cava e il seguente utilizzo di discarica (sito che è stato anche oggetto di interesse della magistratura per conferimento di rifiuti non autorizzati e pericolosi), ha già pagato un tributo ambientale enorme. Sardagna ha già dato!»
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